l'ansia

Autore: Cinzia Noè

| 25 Gennaio, 2024

L’ansia, al contrario di come si possa pensare, ha una funzione adattiva, è utile alla sopravvivenza e aiuta la conservazione della specie. La preoccupazione di raggiungere un obiettivo prefissato o di esprimere una preferenza ci permette di realizzare i nostri desideri evitando situazioni spiacevoli come le delusioni, i pericoli. Gli esseri umani mirano agli obiettivi e cercano di continuare a vivere bene ed essere quanto più felici e liberi dalla sofferenza. Quindi, è proprio grazie alla preoccupazione e all’ansia di vivere felicemente che le persone si sentono vive e attive. Persino i bambini piccoli, che hanno ancora bisogno di essere protetti, provano a sforzarsi di allontanare il dolore e l’ansia li aiuta in questo.

Purtroppo, non sempre l’ansia viene utilizzata in maniera appropriata e talvolta, quando raggiunge livelli elevati, ci spinge a delle trappole mentali che danneggiano la nostra crescita personale e professionale. Una preoccupazione adeguata ci permette di evitare i pericoli, avere ciò che ci prefissiamo. Eppure, l’ansia può essere eccessiva e inadeguata a tal punto da distruggere o rovinare i nostri stessi interessi. Questa può far perdere il controllo di noi stessi e indurci a fare cose insensate.

Il manuale diagnostico della psichiatria americana (DSM-V) presenta una classificazione dei disturbi d’ansia suddividendoli in disturbo di panico, agorafobia, fobia specifica e fobia sociale, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo post-traumatico da stress, disturbo d’ansia conseguente a una malattia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo d’ansia indotto da sostanze.

Il panico rappresenta la comparsa improvvisa di una forte apprensione e paura e spesso è accompagnata da palpitazioni, fastidio al petto e sensazione di asfissia. Esso può verificarsi anche insieme all’ansia verso luoghi o situazioni nelle quali sarebbe difficile ricevere un aiuto. Anche la fobia è una paura irrazionale che può nuocere alla qualità della vita delle persone e può essere causata, ad esempio, dall’esposizione a un oggetto, un certo tipo di situazioni.

L’eccessiva ansia determina insicurezza, impazienza ed irrequietezza. La persona ansiosa sente di non poter controllare le situazioni, teme che possa accadere qualcosa di negativo; è apprensiva e cerca rassicurazioni; a volte, incorre in una condizione di affaticamento e astenia; Per tali ragioni, la persona è convinta di avere una malattia fisica.

Il soggetto con disturbo d’ansia indotto da sostanze presenta sintomi rilevanti di ansia, che sono conseguenza dell’assunzione di una droga, di un farmaco di cui si abusa o dell’esposizione ad una tossina. Le droghe, infatti, agiscono sul sistema nervoso centrale, modificando l’equilibrio dei neurotrasmettitori. Questi ultimi sono dei messaggeri chimici che permettono lo scambio di informazioni tra i neuroni. Le droghe causano così degli effetti come l’abbassamento dell’umore, stati di ansia, spossatezza, etc.

Talvolta i pensieri possono perdere la loro qualità e diventare eccessivamente negativi, possono aumentare a tal punto da creare uno stato di “Overthinking”, causando l’incapacità di gestire le emozioni in modo appropriato. Il pensiero eccessivo danneggia la mente e ci rende incapaci di prendere le giuste decisioni e azioni. Ci porta ad una condizione di inattivazione. Diventiamo legati ai nostri pensieri che soffocano qualsiasi azione positiva vogliamo intraprendere. Questo porta ad una paralisi mentale e depressione; ansia e stress trovano terreno fertile. Infatti, in uno studio condotto dalla School of Psychology, Nanjing Normal University in Cina è stato rilevata una correlazione tra ansia e pensieri negativi. Si è potuto osservare che gli studenti con maggiori livelli di stress mostravano più probabilità di provare emozioni negative e depressione. L’Overthinking può provocare una difficoltà ad agire, un calo dell’energia, può, aumentare o ridurre l’appetito, influenzare il sonno. È importante avere consapevolezza dei rischi e provare a migliorare la propria posizione.

I disturbi d’ansia non sempre compromettono gravemente il funzionamento affettivo, sociale, cognitivo, lavorativo, ma possono interferire in questi ambiti. Per cui, è opportuno rivolgersi ad un professionista che possa offrire un supporto psicologico. Uno degli approcci teorici e metodologici che viene utilizzato per il trattamento di essi è quello cognitivo-comportamentale. Secondo questo approccio una persona ansiosa presenta pensieri catastrofici, rigidi, assoluti, che possono ridurre le sue prestazioni, condizionare i suoi comportamenti e portarla ad isolarsi dai contesti in cui si trova. Lo psicologo, insieme alla persona stessa farà un lavoro di potenziamento delle risorse al fine di migliorare il funzionamento globale ed interrompere così la catena di pensieri e comportamenti disfunzionali.

Chiedere aiuto è uno dei primi passi per affrontare la condizione di malessere e cercare di stare meglio. Parlare ed essere ascoltati può offrire soluzioni al problema.

 

Bibliografia

  • Bottaccioli F. Carosella B. Mente inquieta. Stress, ansia e depressione. (2011) Milano: Tecniche Nuove;
  • Biondi M. DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Massimo Biondi (2014) Milano: Raffaello Cortina;
  • Ellis A. Che ansia! Come controllarla prima che lei controlli te. (2017) Roma: Erickson;
  • Romanazzi A. Che nervi, che ansia. Alessia Romanazzi (2021) Milano: Media Group Spa.

Condividi questo articolo

About the Author: Cinzia Noè

Dottoressa Cinzia Noè
Psicologa, iscritta all'albo degli Psicologi della Regione Sicilia. Educatrice professionale in ambito socio-psico-pedagogico. Master in insegnamento delle materie filosofiche e umanistiche.